Testare un nuovo aereomodello vuol dire esplorare il suo inviluppo di volo, per vedere cosa può o non può fare. Man mano che si prende confidenza, si provano manovre più complesse. Quindi sarei stato quasi orgoglioso di raccontarvi la storia di come il Juliet2 era stato riparato a causa di una manovra ardita finita male. Sfortunatamente, è stato solo il frutto di un passaggio a bassa velocità e quota sulla pista di Torre Spada, in una giornata un po’ troppo ventosa. Dopo che una raffica l’ha spinto sulla pista, ho iniziato un goffo tentativo di riattaccata nel rimbalzo, interrompendolo poco dopo per il rischio di interessare l’area parcheggio adiacente.
Il Danno
Alla fine, Il Juliet2 ha sbattutto cadendo quasi verticalmente da circa 2mt . L’impatto è avvenuto prima con l’estremità alare sinistra, poi con il muso. Sorprendentemente non è andato in mille pezzi. Tuttavia, la forza dell’urto, trasmessasi lungo la struttura, ha causato qualche danno interno . Inoltre l’estremità alare sinistra è risultata ammaccata, anche se per fortuna non rotta, grazie alla presenza del generatore di forza in carbonio, che ha assorbito la maggior parte della botta. Da qui le forze si sono trasmesse lungo l’ala fino alla fusoliera, seguendo i longheroni e le baionette alari. Ed è attorno a quest’ultime che abbiamo dovuto fare la maggior parte delle riparazioni. Una crepa era anche visibile nel rivestimento del fusoliera, subito dietro la seconda baionetta, e nell’ala alcune centine avevano delle crepe attorno ai fori di passaggio delle baionette.
Riparando il Juliet2
Per evitare sorprese di ogni tipo, ho deciso di fare un’ispezione completa del modello. Ho rimosso la capotta motore e controllato il castello motore, sia per danni che per l’allineamento. Per meglio verificare i danni dietro la seconda baionetta, ho poi rimosso una parte del rivestimento dal fondo della fusoliera. Questo ha aperto una finestra da cui ho avuto accesso a tutta l’area interessata. Quindi son passato alle ali, dove ho aperto simili porzioni di rivestimento, e riparato agevolmente le centine “offese” con colla e piccoli rinforzi in balsa dove necessario. Le cerniere dell’alettone sinistro e del timone (anche se queste ultime probabilmente non a causa dell’incidente) si erano scollate. Dato che non c’era nessun ulteriore danno, ho potuto semplicemente rimetterle al loro posto. Avendo rimosso solo porzioni del ventre del modello, è stato anche più facile richiudere il Juliet2 dopo le riparazioni. Infatti al momento la livrea nella parte inferiore è pressochè tinta unita, senza nessun complicato disegno da riprendere. Per concludere l’opera, ho infine testato servi e riceventi nel laboratorio, controllando fosse tutto in ordine con l’elettronica.
E poi di nuovo al campo di volo
Infine, sono andato al campo per collaudare il tutto. Un po’ come in un primo volo, ho iniziato con cautela, per poi iniziare a sforzare sempre di più le riparazioni e controllandole per segni di fatica/cedimento. Ad oggi, il Juliet2 ha già volato una dozzina di volte dopo esser stato aggiustato, e sembra esser pronto per molte altre ore di divertimento! Alla fine, non so se dirò mai di aver finito di testare il Juliet2. Da una parte passo sicuramente più tempo di prima a divertirmi, ma più lo faccio, e più mi vengono in mente nuove cose da fargli provare.
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